sabato 16 ottobre 2010

Vivere e morire a Los Angeles (1985) - di William Friedkin

Richard Chance è un poliziotto scomodo, allergico alle regole ed alla vita. Durante un'indagine su delle banconote false il suo amico Jimmy Hart, più saggio e più anziano, viene ucciso. Comincia così una disperata caccia all'uomo, una rincorsa verso la vendetta, lontana da ogni regola.
Una Los Angeles rossastra ed inedita è lo sfondo di questa storia ad alto ritmo, uno dei lavori più sperimentali di William Friedkin. Le musiche trascinanti di Chung e la fotografia aliena di Robby Muller spingono le immagini oltre il concetto classico del cinema d'azione. In To live and die in L.A. si avverte una sensazione di malvagità dirompente, una violenza oscura, dolore ad alta velocità.
Friedkin costruisce un film duro, compatto, adrenalinico, lasciando però poco spazio ai luoghi comuni del genere. Non c'è speranza, nè redenzione: il male è grandiosamente difficile da sconfiggere.
William Petersen (oggi riconosciuto dal popolo televisivo mondiale per il suo ruolo nella serie CSI, all'epoca poco più di un esordiente), nei panni di Chance, ci trascina nella sua follia, mentre brucia la necessità dell'azione, e ci ricorda lo Steve Mcqueen di Bullitt.
E' qui che si riconosce l'attenzione dedicata da Friedkin alla profondità dei ruoli, un aspetto che si mostra nella sua evidenza assoluta guardando ai due personaggi femminili, mai secondari, mai scontati.
L'attesa non esiste, se si vuol vivere o morire, a Los Angeles.
Ed alla fine la domanda è: chi sono i buoni, quali i cattivi?

Vivere e morire a Los Angeles (To live and die in L.A.)
di William Friedkin. Con Willem Dafoe, William Petersen, John Pankow, John Turturro, Debra Feuer, Dean Stockwell, Darlanne Fluegel
Poliziesco, durata 116 minuti
USA - 1985

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